Nel Medioevo si faceva un grande uso del pesce, soprattutto visto il ruolo che gli attribuiva la religione Cristiana: Gesù divise i pani e i pesci, gli apostoli erano pescatori, il simbolo grafico del cristianesimo era il pesce, e si pensi al divieto di consumare carne in Quaresima.
Nei monasteri se ne mangiavano grandi quantità, poiché era ammesso da tutte le regole. Nei torrenti vicini si pescavano: trote, anguille, lasche e in modo particolare gamberi, e alcuni monasteri avevano addirittura vasche d’allevamento.
Il pesce era talmente adoperato che ogni centro abitato aveva almeno un punto di vendita adibito al commercio di questo alimento. Le leggi erano molto severe: erano frequenti i controlli della freschezza, e i pescivendoli dovevano liquidare tutto il pescato nello stesso giorno; non si potevano né sedere né appoggiare, e infatti ancora oggi stanno in piedi. Era severamente proibito vendere pesce “luvato” (cioè intossicato).