La birra nel Medioevo

“Vinum est donatio dei, cervetia traditio umana”

“Il vino è un dono degli déi, la birra una tradizione umana”

Con la caduta dell’Impero Romano e il progressivo abbandono dei campi, furono i monasteri a recuperare le conoscenze di produzione e conservazione della birra, antiche di secoli.

Nel XIII secolo si scoprì che il luppolo permetteva di conservare più a lungo i fermentati di cereali, ricavati da orzo, frumento e farro. Anche la frutta spontanea iniziò ad essere usata per aromatizzare le birre, assieme ad altre spezie ed erbe. 

Il “birrificio” era un ambiente presente in tutti i monasteri, soprattutto nell’Europa del Nord, servendo i monaci come alternativa al vino e come riserva in mancanza di acqua pulita; l’importante era berne ad satietatem e non ad ebrietatem!

La birra, chiamata anche “bevanda delle anime”, veniva data come ricompensa ai cavalieri durante i tornei, e ben presto la sua produzione divenne esclusiva di vere e proprie confraternite di monaci esperti, con stretti protocolli di segretezza; il ricavo economico andava tutto in beneficenza.