“luganega fresca, dolci e biscotti!!”
gridi sormontati di voci provenienti dalla corte del castello. Dove siamo? Nella via principale della Peraga del trecento. Un ragazzo attraversa la strada con un cesto carico di pane e due sacchi di farina e si dirige verso il palazzo. Intorno a lui tanta gente si muove, parla, gesticola anche. Molti arrivano dalle vicine campagne. Il Cardinale Bonaventura torna a far visita alla sua gente e così, questo piccolo villaggio si prepara alla festa.
Uomini in vesti cremisi spingono il bestiame davanti a loro. Le loro mogli, in abito lungo, portano nastri intrecciati intorno alla testa, altre indossano il velo. Quelli che invece indossano tuniche corte con cappuccio in testa sono i valletti a servizio presso il castello dei Da Peraga. Molti contadini sono arrivati con il loro gregge di pecore, o con cavalli da soma e carretti carichi di ceste di polli.
Arrivati alla corte, scorgiamo un insegna che recita “offelleria”, il ragazzo della farina è entrato proprio qui, ed ora sta accendendo il fuoco nel forno dove tra un po’ si cucineranno i prossimi dolci.
Lungo la via trovi il settore riservato alla vendita di recipienti da cucina in ottone e bronzo, oggetti in peltro, vestiti, chiodi, calzature, assi di legno. Per l’acquisto ci sono prezzi stabiliti dalla legge, come quelli per il pane e la birra, mentre per altri prodotti si contratta liberamente.
Nella piazza antistante una compagnia teatrale sta mettendo in scena una rappresentazione sacra, che si svolgerà al calar della sera mentre i danzatori di corte provano il ballo che eseguiranno per il Cardinale. Di rimpetto, c’è la bottega del sarto. Gli abiti fatti su misura stanno appesi, mentre il sarto e il suo assistente ne stanno creando di nuovi.
Appena oltre un banditore sta richiamando l’attenzione della gente con una campanella, e in molti gli stanno facendo cerchio attorno per ascoltarlo. Noi, proseguiamo oltre fino alla Taberna dei Pazzi.
Poco prima c’è l’area dedicata alle granaglie, in un campo contadino: sacchi di frumento, orzo, avena e segale sono giàpronti per essere venduti. C’è un piccolo spazio adibito per gli animali: capre, pecore, poni, coniglietti e pollame. Un angolo è dedicato ai prodotti dell’orto.
Questo è un giorno speciale e sui banchi del mercato vi sono anche spezie, come pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, liquirizia e molti tipi di zucchero.
C’è un grande fermento anche tra le guardie che stanno predisponendo gli accampamenti per i cavalieri delle casate vicine per le esercitazioni dei combattimenti cortesi e il torneo che si disputerà in onore dell’illustre ospite.
Mentre cala la sera, le bancarelle iniziano a chiudere. Gli ultimi si attardano nelle taverne per
le ultime chiacchiere, bere birra e mangiarsi qualche buona pietanza, ma una volta calata la notte, alla luce del fuoco, al suono dei musici, al ritmo dei tamburi e l’allegria delle danze, nessuno può più entrare o uscire dalla città. E allo spuntare del nuovo giorno tutto ricomincerà come prima…in attesa del Cardinale…