Bere vino non era considerato disdicevole, anzi! Sempre presente nelle tavole medievali, aveva un valore religioso, in virtù della sua presenza sull’altare come cibo eucaristico, e medicamentoso: non sempre l’acqua era pulita, e anche le indicazioni mediche del tempo indirizzavano verso il consumo di bevande alcoliche.
Nella qualità influivano l’invecchiamento, il tipo di uva e il numero di pigiature; il vino fresco e di prima pigiatura era più costoso e destinato al clero e alla nobiltà. Il vino rosso era considerato di maggior pregio, e i poveri arrivavano a bere annacquato vino bianco di seconda o terza pigiatura (e in alcuni casi anche aceto!).
Per migliorarne il sapore, spesso lo si edulcorava con spezie e miele, zenzero, chiodi di garofano, rosmarino e frutta. La gradazione alcolica era minore di quella odierna, tanto che era normale consumarne anche 2 litri al giorno a persona!