La birra nel Medioevo

“Vinum est donatio dei, cervetia traditio umana”

“Il vino è un dono degli déi, la birra una tradizione umana”

Con la caduta dell’Impero Romano e il progressivo abbandono dei campi, furono i monasteri a recuperare le conoscenze di produzione e conservazione della birra, antiche di secoli.

Nel XIII secolo si scoprì che il luppolo permetteva di conservare più a lungo i fermentati di cereali, ricavati da orzo, frumento e farro. Anche la frutta spontanea iniziò ad essere usata per aromatizzare le birre, assieme ad altre spezie ed erbe. 

Il “birrificio” era un ambiente presente in tutti i monasteri, soprattutto nell’Europa del Nord, servendo i monaci come alternativa al vino e come riserva in mancanza di acqua pulita; l’importante era berne ad satietatem e non ad ebrietatem!

La birra, chiamata anche “bevanda delle anime”, veniva data come ricompensa ai cavalieri durante i tornei, e ben presto la sua produzione divenne esclusiva di vere e proprie confraternite di monaci esperti, con stretti protocolli di segretezza; il ricavo economico andava tutto in beneficenza.

Il piscato

Nel Medioevo si faceva un grande uso del pesce, soprattutto visto il ruolo che gli attribuiva la religione Cristiana: Gesù divise i pani e i pesci, gli apostoli erano pescatori, il simbolo grafico del cristianesimo era il pesce, e si pensi al divieto di consumare carne in Quaresima.

Nei monasteri se ne mangiavano grandi quantità, poiché era ammesso da tutte le regole. Nei torrenti vicini si pescavano: trote, anguille, lasche e in modo particolare gamberi, e alcuni monasteri avevano addirittura vasche d’allevamento.

Il pesce era talmente adoperato che ogni centro abitato aveva almeno un punto di vendita adibito al commercio di questo alimento. Le leggi erano molto severe: erano frequenti i controlli della freschezza, e i pescivendoli dovevano liquidare tutto il pescato nello stesso giorno; non si potevano né sedere né appoggiare, e infatti ancora oggi stanno in piedi. Era severamente proibito vendere pesce “luvato” (cioè intossicato).

Contado

Percorrendo i sentieri di PeragaMedievale, non può certo mancare una visita al villaggio del contado, la pittoresca ricostruzione di un piccolo borgo rurale direttamente nel parco del castello! Qui i contadini, sempre affaccendati, vi mostreranno uno spaccato della vita popolare del Medioevo, tra faccende quotidiane ed antichi mestieri. 

Vedrete cuocere il pane, preparare la farina, ordinare spezie e medicamenti, tutto in un’atmosfera allegra e conviviale. E tra un’attività e l’altra, un po’ di svago! Giochi e divertimenti medievali aspettano i più abili!

Anche gli ospiti più piccoli nelle giornate di festa possono essere i veri protagonisti del villaggio, attraverso i laboratori pensati appositamente per loro. Per info visita la pagina “per i più piccoli“.

Il vino medievale

Bere vino non era considerato disdicevole, anzi! Sempre presente nelle tavole medievali, aveva un valore religioso, in virtù della sua presenza sull’altare come cibo eucaristico, e medicamentoso: non sempre l’acqua era pulita, e anche le indicazioni mediche del tempo indirizzavano verso il consumo di bevande alcoliche. 

Nella qualità influivano l’invecchiamento, il tipo di uva e il numero di pigiature; il vino fresco e di prima pigiatura era più costoso e destinato al clero e alla nobiltà. Il vino rosso era considerato di maggior pregio, e i poveri arrivavano a bere annacquato vino bianco di seconda o terza pigiatura (e in alcuni casi anche aceto!).

Per migliorarne il sapore, spesso lo si edulcorava con spezie e miele, zenzero, chiodi di garofano, rosmarino e frutta. La gradazione alcolica era minore di quella odierna, tanto che era normale consumarne anche 2 litri al giorno a persona!

Passeggiando per il Castello

PeragaMedievale è una realtà tutta da scoprire! Le vie del Castello si animano di genti giunte da ogni dove, e tra suoni, sapori e colori, sembrerà di essere tornati indietro nel tempo!

Lasciatevi attirare dalla convivialità dell’accampamento degli armigeri, sostate al bancone dello speziale, visitate le botteghe del fornaio e dell’armaiolo; provate sontuosi i abiti medievali alla sartoria, e giunti alle porte della villa, entrate a scoprire la vita cortese di un tempo. E infine, dopo aver gustato una buona fetta di torta, domandate pure alle offelliere di svelarvi i segreti della pasticceria medievale!

Tra le bancarelle dei mercanti e degli artigiani, tanti giochi e passatempi che vi faranno immergere in un’atmosfera magica e fiabesca. Vi aspettiamo!