Le spezie

Nel Medioevo si usavano molto le spezie, derivate dalla cucina araba e orientale. Non servivano a nascondere i cattivi odori, ma erano un simbolo di lusso, in quanto “esotiche” e molto costose (ancora usiamo espressioni come “salato” o “pepato” per riferirci a prezzi molto alti). 

Venivano associate alla Cina e all’India, per cui si credeva avessero proprietà magiche; i medici medievali ritenevano che grazie al loro calore agevolassero la “cottura” del cibo nello stomaco.

Le spezie più utilizzate erano zafferano, zenzero, pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, cumino e coriandolo. I ceti più poveri, che non potevano permettersele, usavano invece le erbe aromatiche, coltivate negli orti casalinghi o venduti nei “mercati delle erbe”: salvia, rosmarino, basilico, alloro, timo, prezzemolo, scalogno, pimpinella… non molto diverso da quello che abbiamo anche oggi nelle nostre cucine!

Danzar festoso

Ad allietare l’atmosfera della corte medievale, ecco esibirsi leggiadre dame ed abili danzatori, sulle note di una dolce melodia che si diffonde nell’aria. Sono gli artisti del gruppo Danzar festoso, che nelle loro coreografie fondono esperienza, eleganza ed armonia. Fedeli alla tradizione della danza medievale, sia essa popolare o nobile, non potranno che affascinare, tra un inchino e una giravolta, i viandanti che si fermeranno ad ammirarli. 

Cottura e preparazione del cibo

Durante il Medioevo la bravura dei cuochi consisteva nel saper usare il fuoco vivo. Esistevano anche forni rudimentali in cui si cuocevano pani e torte, ma solo nei grandi edifici, come i monasteri e i castelli. Le zuppe, che andavano dall’umile brodo contadino ai più sostanziosi bolliti, venivano poste su fuoco in grandi pentoloni.
Carne e pesce erano invece cotti alla griglia o allo spiedo. Alcune taverne erano talmente frequentate ed importanti da poter cuocere allo spiedo addirittura interi maiali e buoi. La carne poteva essere destinata anche al bollito o all’evento principe di ogni banchetto: l’arrosto.
Le ceneri calde non erano sprecate, ma vi si potevano cuocere le uova o anche il pane di casa.

La cucina nel Medioevo

Molte delle abitudini e delle ricette che ancora oggi usiamo in cucina vengono dal Medioevo, in particolare dall’introduzione di nuovi alimenti e tecniche culinarie
Dal XIII secolo compaiono i ricettari medievali, che erano molto diversi dai nostri: riportavano gli ingredienti, ma non le dosi e i tempi di cottura! Vediamo così che c’era tanta differenza tra la cucina nobiliare e popolare già a partire dal pane, che solo per i signori era bianco, fatto con farina di frumento finemente macinata, mentre i contadini si dovevano accontentare di pane d’avena o di segale.
Il cibo variava poi per disponibilità geografica, costumi sociali del posto, in base ai cicli stagionali e al credo religioso. Quest’ultimo, soprattutto, imponeva molti obblighi e divieti su specifici periodi dell’anno, scanditi dal calendario liturgico, e per determinate categorie di persone. Ai monaci Benedettini, ad esempio, non era permesso mangiare la carne dei quadrupedi.
Anche conservare gli alimenti era un problema: per evitare che il cibo andasse a male si ricorreva alle ghiacciaie, all’affumicatura o alla salatura; si poteva anche marinare o mettere in salamoia. La gastronomia antica apprezzava molto il gusto “agrodolce”, ottenuto accostando alimenti zuccherini con altri a base di aceto.
Un’altra caratteristica della cucina medievale era l’abbondante uso delle spezie, non per coprire i cattivi odori, ma come segno di status sociale. Le spezie erano molto costose perché “esotiche”, e i medici del tempo sostenevano anche che il loro calore rendeva più digeribili le vivande. La medicina esercitava una grande influenza, perché il cibo era visto come un farmaco: per essere in salute si doveva mangiare bene, mantenendo così in equilibrio gli “umori”, cioè i liquidi del corpo.
La carne era più abbondante tra i nobili, e veniva ben arrostita, bollita e insaporita con spezie; solo loro consumavano selvaggina, in virtù del privilegio di poter andare a caccia. Le genti più povere si accontentavano dei tagli meno pregiati. Frutta e verdura locali erano consumate in grande quantità, così come il vino, sempre presente in ogni tavola, ricca o povera.
Non dobbiamo pensare a scene rozze e barbare! I banchetti erano ben codificati, la tavola veniva apparecchiata a dovere, e le portate seguivano un ordine preciso. Il modo di comportarsi era importante tanto quanto indossare un bel vestito. Dopotutto, proprio in questi anni nasceva il galateo”.

XXIII^ edizione di PeragaMedievale

Ormai solo pochi mesi ci separano dall’appuntamento con PeragaMedievale, l’annuale rievocazione storica al Castello dei Da Peraga! Un evento unico, che dal 31 maggio al 2 giugno vi invita a rivivere le emozioni, i sapori e le atmosfere di un tempo, in un vero e proprio tuffo nel passato: il tema di quest’anno sarà “la cucina nel Medioevo”.
I preparativi sono cominciati e siamo desiderosi di metterci alla prova ancora una volta, per veder crescere questa realtà che è ormai parte integrante di tutti noi. Arrivata alla sua XXIII^ edizione, la nostra festa è il risultato di uno sforzo collettivo, fatto dell’impegno e della passione che ci spinge ogni anno a migliorarci sempre più.
E di certo non possiamo scordare il nostro affezionato pubblico, la scintilla che muove tutto questo! A voi, che ci ispirate ad osare e dare sempre il meglio, PeragaMedievale rinnova l’invito, ancora una volta, per un nuovo ed emozionante appuntamento. Non mancate!