Tour storico “Alla scoperta del Medioevo”

La cucina del Medioevo, con le sue tradizioni, le sue regole e i suoi sapori sarà la protagonista del tour guidato “Alla scoperta del Medioevo” di PeragaMedievale 2024.

Pensando alla cucina medievale ci vengono in mente banchetti pieni di arrosti, spezie, serviti nei castelli di nobili dame e signorotti spesso più interessati al vino che alle buone maniere… ma cos’è vero in tutto questo e cosa, invece, è un semplice luogo comune? 

Quali erano i gusti delle genti? Come ci si comportava a tavola? Il Medioevo era veramente un periodo tanto buio, tra modi rozzi e cibi grossolani? Dopotutto, moltissime delle ricette e delle usanze ancora oggi nelle nostre cucine arrivano direttamente da quest’epoca!

Venite a scoprire tutti i segreti dell’arte culinaria medievale! Il tour partirà tutti i giorni alle 10.30 e alle 16,30, non mancate!                                                                                                                   

Per info e prenotazioni, tourculturale@peragamedievale.org

Il bon-ton nel Medioevo

Durante i banchetti era ritenuto “signorile” mangiare con le mani. Vicino alla tavola c’erano degli “acquamanili”, scodelle colme d’acqua profumata per detergerle, o si potevano pulire sui propri vestiti e sulla tovaglia. 

La tavola veniva apparecchiata in modo elaborato, con tovaglie decorate a testimoniare lo status del Signore; vi si ponevano sopra saliere, piatti, ciotole per le salse e coppe, una ogni due commensali (da qui la regola di pulirsi la bocca prima di accostarla al bicchiere). I piatti raramente erano individuali, e ognuno attingeva da pentole comuni con le mani o con pezzi di pane, che era spesso usato anche come piatto (speciali pani chiamati “Mense”) per contenere il cibo e poi essere inzuppato nelle salse. 

Le forchette erano per lo più spilloni bidenti per infilzare la carne durante la cottura, mentre il cucchiaio era indispensabile per cibarsi di zuppe e brodetti; i coltelli erano tenuti alla cinta da quasi tutti, ed erano indispensabili per tagliare, spostare ed offrire il cibo. 

Compagnie d’arme

Gli armigeri si sono radunati e hanno montato gli accampamenti! Pronti ad imbracciare le armi alla chiamata della battaglia, tra uno scontro e l’altro i campi militari fremevano di vita. Tende, braci accese, tavole imbandite per l’intera compagnia! Spesso, con gli armati, viaggiavano anche le loro famiglie.

Con i membri dell’immancabile Gens Euganea, nella fedele ricostruzione della vita quotidiana di un campo militare in attesa della battaglia, ci saranno anche la Compagnia d’arme et caccia de li Squarzacoje, la Compagnia della Torlonga, la Venetica Militia e la Compagnia d’arme dei Cavalieri di San Giovanni. Per lo scontro, le raggiungeranno i Milites Castellani e i Dragoni del Brintesis!

Il perché del minestrone

La minestra nasce come piatto dei poveri, e per farla si usava tutto quanto era disponibile: verdura, latte, pane, uova, pasta, e la si allungava poi con acqua a seconda del numero di commensali. Un minestrone può essere preparato in poco più di mezz’ora, e ha il vantaggio di mantenere inalterate le proprietà nutritive degli ingredienti che lo compongono; scalda lo stomaco e consente di intingere il pane secco.

Alcuni trucchi dal Medioevo per cucinarlo: se troppo salato, aggiungere una patata tagliata a metà durante la cottura, se troppo liquido, lo si addensi con semolino o pangrattato, se troppo piccante, unire latte o panna da cucina. 

Arrosto e bollito

Si racconta che la salute di Carlo Magno peggiorò nei suoi ultimi anni, a causa della gotta; i medici gli erano particolarmente odiosi, poiché lo esortavano ad abbandonare gli arrosti, a cui era abituato, per passare alle carni lessate. Era solo una questione di gusto? Dietro al rifiuto di Carlo ci sono precise valenze sociali!

L’arrosto e il bollito giocano ruoli contrapposti sul piano simbolico: l’arrosto sta dalla parte delle cose “selvatiche”, poiché non richiede che il fuoco sul quale cuocere direttamente la carne. Che altro potremmo raffigurarci al termine delle battute di caccia, che riempivano la vita degli aristocratici medievali, se non un animale allo spiedo a girare sulla fiamma viva?

Il bollito è legato alla “domesticità”, alla donna e alla casa, ambito naturale di questo tipo di preparazione. Cuocere in pentola era collegato al concetto del non “sprecare mai nulla”, e infatti, il brodo ottenuto era riutilizzato per altre preparazioni.

È forse in seguito a tutte queste interpretazioni, se ancora oggi continuiamo a classificare l’arrosto una nobile portata per occasioni speciali e il bollito una pietanza rustica e plebea.