Il piscato

Nel Medioevo si faceva un grande uso del pesce, soprattutto visto il ruolo che gli attribuiva la religione Cristiana: Gesù divise i pani e i pesci, gli apostoli erano pescatori, il simbolo grafico del cristianesimo era il pesce, e si pensi al divieto di consumare carne in Quaresima.

Nei monasteri se ne mangiavano grandi quantità, poiché era ammesso da tutte le regole. Nei torrenti vicini si pescavano: trote, anguille, lasche e in modo particolare gamberi, e alcuni monasteri avevano addirittura vasche d’allevamento.

Il pesce era talmente adoperato che ogni centro abitato aveva almeno un punto di vendita adibito al commercio di questo alimento. Le leggi erano molto severe: erano frequenti i controlli della freschezza, e i pescivendoli dovevano liquidare tutto il pescato nello stesso giorno; non si potevano né sedere né appoggiare, e infatti ancora oggi stanno in piedi. Era severamente proibito vendere pesce “luvato” (cioè intossicato).

Contado

Percorrendo i sentieri di PeragaMedievale, non può certo mancare una visita al villaggio del contado, la pittoresca ricostruzione di un piccolo borgo rurale direttamente nel parco del castello! Qui i contadini, sempre affaccendati, vi mostreranno uno spaccato della vita popolare del Medioevo, tra faccende quotidiane ed antichi mestieri. 

Vedrete cuocere il pane, preparare la farina, ordinare spezie e medicamenti, tutto in un’atmosfera allegra e conviviale. E tra un’attività e l’altra, un po’ di svago! Giochi e divertimenti medievali aspettano i più abili!

Anche gli ospiti più piccoli nelle giornate di festa possono essere i veri protagonisti del villaggio, attraverso i laboratori pensati appositamente per loro. Per info visita la pagina “per i più piccoli“.

Il vino medievale

Bere vino non era considerato disdicevole, anzi! Sempre presente nelle tavole medievali, aveva un valore religioso, in virtù della sua presenza sull’altare come cibo eucaristico, e medicamentoso: non sempre l’acqua era pulita, e anche le indicazioni mediche del tempo indirizzavano verso il consumo di bevande alcoliche. 

Nella qualità influivano l’invecchiamento, il tipo di uva e il numero di pigiature; il vino fresco e di prima pigiatura era più costoso e destinato al clero e alla nobiltà. Il vino rosso era considerato di maggior pregio, e i poveri arrivavano a bere annacquato vino bianco di seconda o terza pigiatura (e in alcuni casi anche aceto!).

Per migliorarne il sapore, spesso lo si edulcorava con spezie e miele, zenzero, chiodi di garofano, rosmarino e frutta. La gradazione alcolica era minore di quella odierna, tanto che era normale consumarne anche 2 litri al giorno a persona!

Passeggiando per il Castello

PeragaMedievale è una realtà tutta da scoprire! Le vie del Castello si animano di genti giunte da ogni dove, e tra suoni, sapori e colori, sembrerà di essere tornati indietro nel tempo!

Lasciatevi attirare dalla convivialità dell’accampamento degli armigeri, sostate al bancone dello speziale, visitate le botteghe del fornaio e dell’armaiolo; provate sontuosi i abiti medievali alla sartoria, e giunti alle porte della villa, entrate a scoprire la vita cortese di un tempo. E infine, dopo aver gustato una buona fetta di torta, domandate pure alle offelliere di svelarvi i segreti della pasticceria medievale!

Tra le bancarelle dei mercanti e degli artigiani, tanti giochi e passatempi che vi faranno immergere in un’atmosfera magica e fiabesca. Vi aspettiamo!

Le spezie

Nel Medioevo si usavano molto le spezie, derivate dalla cucina araba e orientale. Non servivano a nascondere i cattivi odori, ma erano un simbolo di lusso, in quanto “esotiche” e molto costose (ancora usiamo espressioni come “salato” o “pepato” per riferirci a prezzi molto alti). 

Venivano associate alla Cina e all’India, per cui si credeva avessero proprietà magiche; i medici medievali ritenevano che grazie al loro calore agevolassero la “cottura” del cibo nello stomaco.

Le spezie più utilizzate erano zafferano, zenzero, pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, cumino e coriandolo. I ceti più poveri, che non potevano permettersele, usavano invece le erbe aromatiche, coltivate negli orti casalinghi o venduti nei “mercati delle erbe”: salvia, rosmarino, basilico, alloro, timo, prezzemolo, scalogno, pimpinella… non molto diverso da quello che abbiamo anche oggi nelle nostre cucine!